Le intolleranze alimentari sono reazioni tossiche che possono manifestarsi in seguito all’ingestione di un cibo.
Non sono dovute a fenomeni immunitari, non sono legate alla una produzione in grande quantità di immunoglobuline E (IgE) e, spesso, vengono definite “allergie non allergiche”.
Quando una sostanza alimentare penetrata nel n/s canale digerente, se viene riconosciuta dal sistema immunitario, non determina problemi; nel caso contrario, prendendo contatto con fattori bioumorali e cellulari, può provocare una loro alterazione morfo-funzionale danneggiando le cellule o distruggendole (reazione citotossica); inoltre può innescare reazioni a catena che possono provocare l’irritazione di varie parti del corpo, anche lontane dalla sede di reazione iniziale.
Le alterazioni che si possono determinare sono varie e si possono manifestare anche dopo 48-72 ore dall’ingestione dell’alimento in causa.
A differenza delle vere allergie alimentari, le intolleranze non producono shock anafilattico e di solito non rispondono ai tradizionali test allergici cutanei
Non provocano quasi mai reazioni violente ed immediate e spesso non sono direttamente collegabili all’assunzione del cibo che le determina.
A livello intestinale esse si manifestano avendo come presupposto un’irritazione della mucosa.
Non provocano produzione di anticorpi e raramente hanno come effetto la produzione di istamina. In alcuni casi si possono anche innescare manifestazioni allergiche.
La sintomatologia generale è più o meno sfumata (astenia, cefalea, gonfiori addominali postprandiali, infezioni ricorrenti, dolori articolari, etc.) o con modificazioni cutanee (secchezza della cute, eczemi, orticaria, etc.), disordini del peso corporeo sia in eccesso che in difetto.
Al fine di ottenere un miglioramento del quadro sintomatologico, è necessario astenersi rigorosamente per almeno 2-3 mesi dall’assunzione del cibo in causa anche se presente in forma nascosta (es. siero di latte in biscotti, prosciutto cotto), o dall’assunzione di cibi che possono generare reazioni crociate (es. latticini-carne di manzo) .
Intolleranze si possono avere pure per le sostanze chimiche addizionate nel corso di qualsiasi momento della lavorazione di un cibo.
Le sostanze chimiche possono essere di per sè allergizzanti, rendere l’alimento allergizzante o diventare veicolo di molecole contenute nell’alimento (soprattutto proteine), rendendole fonte di intolleranza.
Si insediano comunque in un organismo predisposto geneticamente o con uno sbilanciamento della barriera intestinale e devono essere sospettata quando un disturbo, anziché comparire in modo passeggero o saltuario, inizia a presentarsi sempre più frequentemente fino ad interferire con la vita “normale” della persona.
Possono derivare da varie cause e, di solito, si manifestano per un meccanismo di accumulo.
Possono manifestarsi per disfunzioni dell’apparato digerente (assorbimento di molecole non del tutto digerite) o per deficit enzimatico come succede ad esempio per il lattosio.
A volte si manifestano in seguito a:
- Uso di farmaci (antibiotici)
- Infezioni virali o batteriche a carico dell’intestino, infestazioni parassitarie intestinali, stress emotivi.
- Introduzione precoce nel lattante di latte vaccino e derivati,
Molti sono gli alimenti che determinano intolleranza:
Alimenti ricchi di istamina: spinaci, pomodoro, birra, cioccolato, formaggio stagionato e fermen-tato, funghi, tonno in scatola, ecc.
Alimenti istamino liberatori: fragole, etc.
Alimenti tendenzialmente allergizzanti: uova, soia, pesce, arance, latte vaccino, pesche, kiwi, crostacei, etc.
Tra quelli che più frequentemente causano intolleranza ricordiamo: olio di oliva, latte e latticini, lieviti, frumento, olii vegetali, etc.
Come si esegue un test
Ci sono a disposizione diversi tipi di test:
Cyto-test: esso viene effettuato sul plasma sanguigno che viene messo a contatto con gli alimenti, indi vengono valutate al microscopio le eventuali modificazioni dei neutrofili in seguito al contatto con alcuni degli alimenti esaminati.
Test Kinesiologico: si avvale della valutazione del tono muscolare. Quando il corpo viene contatto o quando assumiamo un alimento o una sostanza verso la quale siamo intolleranti, la nostra forza muscolare diminuisce.
Il test kinesiologico si può eseguire, quindi, o mettendo il corpo a contatto con l’alimento intollerante, oppure servendosi di particolari fiale test che contengono gli alimenti.
Elettro-agopuntura sec.Voll (EAV) e Vega Test: Con queste particolari strumentazioni bioelettroniche si può misurare, sui punti di agopuntura, una microcorrente elettrica; in base al tipo di oscillazione dell’indice dell’apparecchio, si può evidenziare se esiste o meno un problema legato alla sostanza in esame.
N.B. Presso il N/s Studio viene eseguito prevalentemente il test kinesiologico che permette di valutare bene le intolleranze alimentari e prescrivere i rimedi più idonei per eliminarle.