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Modulazione dello stress ossidativo

Lo stress non si può e non si deve evitare, essendo una risposta essenziale per la vita, per cui bisogna imparare ad attivarlo e, ancora di più, a disattivarlo.

Le cause dello stress sono:

IGIENE DI VITA: fumo, caffè, tè, alcolici, droga, doping. scarsa idratazione, sedentarietà, non consapevolezza di sé stessi (riflessione, autostima etc..)

ALIMENTAZIONE: coloranti, conservanti, additivi, zucchero, raffinato, sutossine.

AMBIENTE: gas, vernici, smog, radioattività, deodoranti, formaldeide, materiali per legno, colori, cavi d’alta tensione, cellulari, TV, computer

FARMACI: antibiotici, fans, cortisonici, analgesici, anestetici, vaccini, terapie dentali

GEOPATIE: corsi d’acqua, falde acquifere, campi magnetici, radiazioni, radon

INFEZIONI: virus, batteri, miceti, focalità

STRESS: rumore, conflitti lavorativi- sociali-familiari

Durante lo stress si producono radicali liberi ed anche attività aerobiche a lungo termine (corsa, ciclismo, sci di fondo), aumentano la produzione di queste molecole molto instabili.

I danni di queste molecole sono soprattutto a carico delle membrane delle cellule con le quali vengono a contatto ( cellule del sangue, di organi, cellule endoteliali dell’apparato vascolare e degli acidi grassi polinsaturi che costituiscono la membrana cellulare).

I radicali liberi attaccano le pareti delle cellule muscolari e dei mitocondri, dove provocano la scomposizione delle proteine; sono anche, responsabili delle infiammazioni e del dolore muscolare.

Le ricerche hanno dimostrato che gli antiossidanti possono essere elementi fondamentali nel ridurre e limitare i danni dello stress ossidativo.

Le vitamine e nutrienti simili alle vitamine possono neutralizzare l’azione dei radicali liberi ( vitamina E e vitamina C sono tra i più noti ed efficienti antiossidanti; seguono poi il selenio, rame, manganese, zinco che entrano a far parte della glutation-perossidasi ).

Il coenzima Q10 entra nella catena respiratoria mitocindriale o agisce autonomamente come antiossidante.

Non esiste la possibilità di prevenire la formazione dei radicali liberi e, in caso di loro aumento o, in caso di una ridotta efficienza da parte dei meccanismi protettivi ad azione antiossidante, può scatenarsi una vera e propria “cascata” di fenomeni lesivi in grado di compromettere la struttura e la funzionalità della cellula.

I radicali liberi bloccano le reazioni di perossidazione dei lipidi; il radicale idrossilico può favorire la perossidazione dei lipidi con attivazione delle lipasi e fosfolipasi con danni alle membrane cellulari e subcellulari; l’attivazione delle fosfolipasi determina anche la liberazione di acido arachidonico e dei suoi prodotti di trasformazione metabolica; endoperossidi, prostaglandine, trombossani, leucotrieni, in grado di stimolare i fenomeni flogistici.

A livello delle cellule endoteliali, l’eccesso di radicali liberi esercita un effetto trombogeno (l’aterosclerosi inizia quando sostanze altamente reattive presenti nel flusso sanguigno all’interno delle pareti dei vasi ( radicali liberi ) sottraggono elettroni dalle lipoproteine a bassa intensità.

Le LDL ossidate, e non le non-ossidate, sono poi fagocitate dai macrofagi che, pieni di LDL, divengono “cellule schiumose“; antiossidanti ( vitamina C, carotenoidi, circolanti a livello ematico, vitamina E sulle membrane cellulari delle stesse particelle di LDL), tendono a prevenire questa ossidazione.

Quando i livelli degli antiossidanti sono bassi, a causa dell’inadeguato apporto con la dieta, o i livelli di colesterolo sono alti, allora l’ossidazione delle LDL può portare ad una cardiopatia.

L’organismo si difende dai radicali liberi mediante l’uso di sistemi enzimatici quali le Superossidodismutasi (rame, zinco, manganese), la glutationeperossidasi (selenio), la catalasi (ferro) e vitamine quali la vitamina E, la vitamina C, il beta-carotene.

La ceruloplasmina rappresenta il maggior antiossidante circolante contro l’anione superossido.

La deficienza di rame si riflette sull’attività di numerosi enzimi, in particolare la superossidodismutasi (SOD) eritrocitaria e, in minor misura, la ceruloplasmina plasmatica; la deplezione sperimentale di rame determina una riduzione dell’attività eritrocitaria di questo enzima, parallelamente, ad un abbassamento della cupremia.

La Vit.E riduce la sua azione antiossidante quando c’è bassa tensione superficiale di O2, per cui subentra il beta Carotene.

La Vit. C non liposolubile non riesce a raggiungere tessuti che richiedono sostanze di questo tipo, per cui subentra il Coenzima Q10. E’ un catalizzatore nella respirazione cellulare ed essenziale per la formazione del collagene, fondamentale per mantenere elastici i tessuti cartilaginei, vasi sanguigni, ossa e denti. Disciplina il ricambio del ferro e ne esalta l’assorbimento. – Combatte anche le nitrosammine (formate dai nitriti e nitrati contenuti in alcuni alimenti industriali).

I polifenoli: esercitano una particolare azione protettiva dalle lipoproteine a bassa densità L.D.L.; hanno proprietà antinfiammatorie, antiallergiche e antivirali. Proteggono particolarmente dalla cardiopatia ischemica e dai tumori in gen

Il selenio determina prevenzione contro i radicali liberi, azione sulla perossidazione lipidica delle membrane cellulari, particolarmente se associato alla vitamina E.; contribuisce a rafforzare il sistema immunitario; i muscoli e il fegato provvedono a rifornire di selenio il cervello e le ghiandole endocrine (ipofisi, tiroide e ghiandole sessuali) che lo utilizzano per svolgere le loro funzioni.

Il rame interviene nell’azione dell’enzima superossido dismutasi che trasforma i radicali liberi in perossido di idrogeno (acqua ossigenata). – Presente nella sintesi dei fosfolipidi, nella produzione dell’acido ribonucleico (RNA), nell’utilizzazione della Vit. C.; è necessario per tenere uniti collagene ed elastina, per la produzione di melanina e per il metabolismo energetico.

Lo zinco, insieme al rame potenzia l’azione dell’enzima superossidido dismutasi – Interviene nella formazione delle proteine, in alcune funzioni ormonali e del S.N., nei processi di accrescimento e di riparazione dei danni ai tessuti e nella difesa immunitaria; favorisce la formazione dell’insulina.

Il Co Q10 è sintetizzato dal nostro organismo ma la sua produzione diminuisce andando avanti con gli anni; ha un’azione simile alla vitamina E.; nei mitocondri cellulari, partecipa alla produzione di energia trasportando l’idrogeno nelle catene di ossidoriduzione.

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