Ipercolesterolemia = eccesso di colesterolo nel sangue, trasportato dalle lipoproteine a bassa densità (LDL); questo colesterolo viene definito “colesterolo cattivo”.
Importante!!! Presso il N/s Studio vengono eseguiti test per la diagnosi dello squilibrio che ha determinato l’aumento della colesterolemia e per personalizzare la prescrizione della terapia, senza riportarsi a protocolli uguali per tutti.
Notizie sul colesterolo
Il colesterolo alimentare è assorbito dall’intestino ed è incorporato, insieme a trigliceridi, fosfolipidi, apolipoproteine, nei chilomicroni formati dalle cellule epiteliali della mucosa intestinale.
Dopo che i chilomicroni hanno rilasciato i loro trigliceridi al tessuto adiposo, le particelle rimanenti si staccano dalla superficie endoteliale e trasportano il colesterolo esogeno al fegato.
Nel fegato una parte del colesterolo esogeno è eliminata nella bile, sia come acidi biliari che come colesterolo libero. La quantità di colesterolo convertita in sali biliari (normalmente circa 200-400 mg/die) è regolata dalla quantità di sali biliari che sono riassorbiti dall’intestino e ritornano al fegato.
Una parte maggiore del colesterolo esogeno è invece incorporata, insieme al colesterolo sintetizzato nel fegato (colesterolo endogeno) nelle VLDL (very low density lipoproteins o lipoproteine a densità molto bassa) che contengono anche trigliceridi di sintesi endogena, fosfolipi e apolipoproteine (principalmente APOB 100).
L’entità della biosintesi epatica di colesterolo endogeno è controllata dalla concentrazione intracellulare di colesterolo, attraverso la regolazione dell’attività dell’enzima idrossi-metil-glutaril-coenzima A reduttasi (HMGCoA-reduttasi), che converte l’idrossimetilglutaril-CoA in ac, mevalonico, precursore del colesterolo.
Una concentrazione intracellulare elevata di colesterolo (come si ha in caso di un apporto elevato di colesterolo esogeno) inibisce l’enzima HMGCoA-reduttasi e di conseguenza inibisce anche la sintesi del colesterolo endogeno. In questo modo il fegato tenta di compensare una eccessiva introduzione di colesterolo alimentare, con la riduzione della propria sintesi di colesterolo endogeno, cercando di mantenere costante la colesterolemia.
L’altro meccanismo di compenso è rappresentato dalla eliminazione dei sali biliari e del colesterolo nella bile, che aumenta con l’aumentare dell’introito di colesterolo esogeno. Questi meccanismi di compenso non sono però totalmente efficienti.
Il colesterolo, come tutti i grassi, non è solubile in acqua, per cui viene veicolato da proteine, chiamate apolipoproteine (APO) e il complesso formato dalle apolipoproteine, dal colesterolo, dai trigliceridi e dai fosfolipidi, viene definito “lipoproteina”, particella relativamente voluminosa che circola nel sangue allo scopo di trasportare i grassi verso tutti i tessuti.
In condizioni di digiuno, il colesterolo presente nel sangue è per la maggior parte (60-75%) quello trasportato dalle LDL, per cui il dosaggio del colesterolo plasmatico totale è un indice del colesterolo LDL (colesterolo cattivo).
Le LDL trasportano il colesterolo dal fegato ai tessuti, dove viene utilizzato per una varietà di processi; esse, se presenti in concentrazioni eccessive, si accumulano nella parete arteriosa, promuovendo lo sviluppo dell’aterosclerosi; conseguentemente, l’ipercolesterolemia da LDL, rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.
Componenti della dieta che innalzano i livelli plasmatici delle LDL sono gli acidi grassi saturi, gli acidi grassi trans-monoinsaturi e il colesterolo, mentre i componenti che abbassano le LDL sono gli acidi grassi polinsaturi, le fibre e le proteine della soia.
Gli acidi grassi monoinsaturi (acido oleico), hanno un effetto neutro sulla colesterolemia.
Gli acidi grassi polinsaturi omega-3, contenuti nell’olio di pesce, riducono la colesterolemia e abbassano il rischio cardiovascolare attraverso molteplici e complesse azioni. L’effetto dei grassi saturi sul metabolismo delle LDL sembra legato principalmente alla riduzione del numero dei recettori per le LDL.
Il colesterolo totale è aumentato in misura maggiore da specifici acidi grassi saturi, piuttosto che dal colesterolo o dagli acidi grassi insaturi o dai carboidrati.
Effetto riducente sulle LDL è dato dalle vitamine C, E, beta carotene.
Come già visto, le LDL sono le principali lipoproteine deputate al trasporto del colesterolo nel plasma e rappresentano un importante fonte di colesterolo per i tessuti, in quanto la loro captazione permette alle cellule di utilizzare il colesterolo (dietetico ed epatico) per la sintesi delle membrane cellulari e, per quanto riguarda le ghiandole endocrine, per la sintesi degli ormoni steroidei.
La captazione delle LDL da parte delle cellule avviene ad opera di un recettore specifico, presente sulla superficie cellulare, che lega le LDL e le trasporta all’interno della cellula, con un processo chiamato endocitosi recettore-mediata. Il recettore per le LDL (LDL-R) lega le APOB 100. Il 70% delle LDL circolanti è rimosso dal fegato, il restante dai tessuti periferici.
Una buona percentuale di colesterolo è trasportato anche da altre lipoproteine (HDL) per cui, per una più esatta valutazione della colesterolemia, è preferibile dosare quest’ultime (colesterolo buono).
Le HDL sono responsabili del “trasporto inverso” del colesterolo dai tessuti al fegato, per cui esse rimuovono il colesterolo in eccesso dai tessuti e lo trasportano al fegato, dal quale viene eliminato nel lume intestinale, o come sali biliari, o come colesterolo libero.
Le HDL svolgono quindi una funzione protettiva sullo sviluppo delle malattie cardiovascolari. Un eccesso di colesterolo HDL è pertanto un fattore favorevole.
La presenza di alti livelli di HDL (>60 mg/dl) costituisce un fattore protettivo
Terapia dell’ipercolesterolemia
Importante è ridurre la colesterolemia sia con dieta che con i farmaci e studi clinici condotti con le statine hanno dimostrato che la riduzione farmacologica della colesterolemia determina una diminuzione degli eventi ischemici e un aumento della sopravvivenza rispetto ai soggetti non trattati, confermando così l’importanza della colesterolemia quale fattore di rischio cardiovascolare.
Essa prevede come intervento iniziale, la dieta, che deve essre a basso contenuto di grassi saturi e in particolare di colesterolo (meno di 200 mg giornalieri).
Alimenti permessi:
Oli vegetali (mais, arachidi e oliva).
Pane, pasta e riso, possibilmente integrali.
Frutta.
Pesce di mare (non di allevamento), carni bianche (pollo, tacchino, coniglio).
Ricotta, yogurt, latte scremato.
Alimenti vietati:
Grassi animali (burro, strutto, pancetta).
Panna.
Uova, soprattutto il tuorlo.
Dolci, biscotti.
Carne di maiale, salumi e insaccati, cervello, frattaglie.
Formaggi, latte intero e derivati.
Se la dieta risulta inefficace nell’ottenere una soddisfacente riduzione della colesterolemia, è utile affiancare uno stile di vita adeguato (attività fisica, interruzione del fumo e riduzione di peso).
Infine è prevista la contemporanea assunzione di farmaci tra cui le statine, farmaci efficaci nel ridurre i livelli plasmatici di colesterolo LDL, ma con minore efficacia sulla riduzione dei trigliceridi e sull’incremento delle HDL.
Il meccanismo di azione di questi farmaci consiste nella inibizione competitiva dell’enzima regolatore della sintesi del colesterolo (HMGCoA-reduttasi), con azione di gran lunga prevalente a livello epatico (sede della sintesi endogena del colesterolo).
L’inibizione dell’enzima causa una riduzione della concentrazione intracellulare di colesterolo; questa riduzione induce un aumento, sulla superficie cellulare, del numero dei recettori per le LDL. Il risultato è una maggiore captazione di LDL plasmatiche da parte degli epatociti, che provoca la riduzione della colesterolemia. C’è anche evidenza che le statine inibiscano in qualche misura la sintesi delle VLDL, riducendo in questo modo la trigliceridemia.
Gli effetti collaterali comprendono: l’aumento delle transaminasi, di solito transitorio e comunque reversibile con la sospensione della terapia, e soprattutto l’aumento delle creatinchinasi (CPK) – opportuno controllare periodicamente sia le transaminasi che, soprattutto, le CPK.
I fibrati rappresentano l’altra grande classe di farmaci ipolipidemizzanti, ma la loro efficacia è rivolta principalmente sui trigliceridi e, in misura minore, sulle LDL e sulle HDL. L’azione dei fibrati è rivolta, almeno in parte, alla modulazione dei geni che codificano le lipoproteine.
I fibrati inibiscono la sintesi e stimolano il catabolismo delle VLDL, con il risultato di una notevole riduzione della trigliceridemia e di una minore diminuizione della colesterolemia.
Per la loro azione prevalente sui trigliceridi, i fibrati sono indicati soprattutto per il trattamento delle ipertrigliceridemie isolate e per le forme combinate di ipertrigliceridemia e ipercolesterolemia.
Farmaci naturali
Oltre alle statine di sintesi, esistono sostanze e rimedi naturali che hanno una buona azione nel ridurre sia il colesterolo che i trigliceridi.
Soia
La soia ed i suoi derivati (isovlavoni), abbassano il livello di colesterolo, diminuiscono i disturbi della menopausa e prevengono il tumore al seno.
La soia oltre ad abbassare il colesterolo totale aumenta addirittura l’HDL (colesterolo “buono”), svolge un’azione protettiva dei vasi sanguigni, ed agisce come estrogeno naturale, contrastando cosi anche l’arteriosclerosi.
Carciofo
È una pianta che ha sempre dimostrato proprietà coleretiche, diuretiche e ipolipemizzanti. Si è dimostrato che il carciofo ha un effetto di inibizione della sintesi del colesterolo, inoltre aumenta il livello ematico delle HDL.
Il carciofo è normalmente ben tollerato, mentre per il suo sapore se ne sconsiglia l’uso in gravidanza. Potrebbe essere uno dei trattamenti di prima scelta nei pazienti affetti di ipercolesterolemia.
Garcinia Cambogia
Questa pianta è in grado di abbassare indirettamente i grassi prodotti dall’organismo ed à usata prevalentemente come regolatore dell’appetito.
Aglio
Questo alimento, oltre ad avere proprietà ipotensive e antimicrobiche, ha anche azione ipocolesterolemizzanti, inibendo la sintesi endogena dei grassi (solo se utilizzato a forti dosi, e con preparati contenenti il principio attivo (allina) ad una concentrazione compresa tra il 5 e il 10%).
Olio di pesce, Omega 3, Omega 6, EPA, DHA
I due acidi grassi polinsaturi che non possono essere sintetizzati nel nostro organismo sono: l’acido Omega 3 e Omega 6; essi sono necessari nella formazione delle membrane cellulari, nella sintesi dell’emoglobina e delle prostaglandine. L’Omega 6 (acido linoleico) è contenuto nei semi di Lino, nella Borrago officinalis e nell’Oethera biennis (Primula notturna). L’Omega 3, ottenuto da varie specie di pesce azzurro, è ricco di EPA (acido Eicosapentaenoico) e di DHA (acido docasaesaenoico).
Caigua
E’ nota in America Latina quale equilibratice di colesterolo e trigliceridi; 800 mg al giorno di estratto secco di questa pianta consentono la riduzione del 33% del colesterolo-LDL (colesterolo cattivo) e l’aumento del 33% del colesterolo-HDL (colesterolo buono).
Recenti ricerche confermano la validità dell’uso dell’estratto secco di questa pianta nel periodo della menopausa, quando, in seguito alla minore produzione di estrogeni, la donna é maggiormente esposta ai rischi alle coronarie a causa del noto squilibrio lipidico tipico del periodo.
Garcinia
Il frutto della pianta produce notoriamente benefici effetti sul tessuto adiposo e sul fegato e, l’idrossicitrato contenuto nella buccia del frutto, è capace di ridurre, regolare, il colesterolo ed i trigliceridi fino al 27%.
Questo principio attivo è molto importante, sia perché combatte l’accumulo dei grassi, sia perché fornisce all’organismo l’immediata energia derivante dalla demolizione completa degli zuccheri.
Ha l’importante proprietà di ridurre drasticamente l’appetito e produrre un piacevole senso di sazietà.
Monascus purpurea
Il riso rosso fermentato è ottenuto dalla fermentazione del comune riso da cucina (Oryza sativa), ad opera di un particolare lievito, chiamato Monascus purpureus o lievito rosso . Durante la sua attività fermentatrice, questo lievito si arricchisce di un gruppo di sostanze, denominate monacoline, a cui è stata attribuita una spiccata attività ipocolesterolemizzante. Tra queste monacoline, spicca la monacolina K, che rispecchia la struttura chimica e l’azione farmacologica della lovastatina appartenente alla categoria delle statine.
La monacolina K del riso rosso è in grado di inibire la HMG-CoA reduttasi che rappresenta l’enzima chiave nella biosintesi del colesterolo, per cui, l’integrazione con riso rosso fermentato si è rivelata efficace per normalizzare i livelli di colesterolemia totale, colesterolo HDL e trigliceridemia.
La sua assunzione determina la riduzione fino al 30% del colesterolo cattivo (colesterolo-LDL). Contemporaneamente esso stimola la produzione del colesterolo buono (colesterolo-HDL) ed il suo conseguente aumento, che può raggiungere anche il 35%; regola anche la glicemia.
Il riso rosso fermentato sembra ridurre il rischio cardiovascolare grazie ad azioni antiaterosclerotiche. .
L’impiego del riso rosso fermentato determina gastralgia, reflusso gastroesofageo, flatulenza, cefalea ed è controindicato in gravidanza, in allattamento e nei bambini.
Dal momeanto che gli inibitori della HMG-CoA riduttasi, compreso il riso rosso fermentato, abbassano la sintesi di ubichinone (un antiossidante noto come coenzima Q10), in caso di utilizzo prolungato è opportuna la supplementazione di questo elemento, che ha azione positiva sul sistema cardiocircolatorio.
Esistono innovative associazioni di principi attivi naturali di Riso Rosso Fermentato con estratto di Carciofo, coenzima Q10, resveratrolo, acido folico, vitamina B12 e B6, cromo polinicotinato, monacolina K, tutte sostanze in grado di contrastare gli effetti dannosi dei radicali liberi e che contribuiscono al fisiologico mantenimento dell’equilibrio lipidico agendo sul controllo del colesterolo ematico e regolando la funzionalità epatica.
L’estratto di carciofo: Sostanza naturale che agisce come epatoprotettore, regolatore della funzionalità epatica e quindi contribuisce al fisiologico mantenimento dei livelli di colesterolo.
Il resveratrolo, Polifenolo estratto da Polygonum cuspidatum, contrasta l’invecchiamento e i danni provocati dai radicali liberi tale da esplicare un efficace effetto protettivo.
L’acido folico, la vitamina B12 e B6 in associazione, controllano il livello di omocisteina, il cui accumulo rappresenta un importante fattore di rischio nelle patologie cardiovascolari.
Il coenzima Q10, consente di sopperire alla carenza di tale sostanza, indispensabile per gli scambi energetici a livello cellulare, che si manifesta in presenza di disturbi cardiovascolari e in caso di assunzione di prodotti ipolipidemizzanti.
Il cromo picolinato è una forma biologicamente attiva e altamente assimilabile di cromo, minerale che favorisce lo smaltimento di grassi e zuccheri e la tonificazione muscolare.