L’approccio che l’Omotossicologo ha con il paziente, è di tipo “olistico”. Durante la visita il medico prende in considerazione tutti i sintomi (fisici e psichici) riferiti dal paziente, che possono essere utili per una corretta diagnosi, senza tralasciare lo stile di vita, lo stato neurovegetativo, il temperamento, la costituzione, del paziente; l’omotossicologo cerca di valutare i sintomi, inquadrandoli in un particolare schema (tavola omotossicologica), che rappresenta l’evoluzione della storia clinica del paziente. In questo modo, il medico, è in grado di fare una “stadiazione” delle fasi di malattia, unire e correlare le varie patologie che, in sequenza, possono rappresentare il risultato di un miglioramento o di un peggioramento clinico eventualmente frutto di una soppressione farmacologica o di un’evoluzione della malattia in senso peggiorativo.
L’omotossicologo, con l’ausilio di particolari rimedi, può agire sulle patologie sia funzionali che degenerative, cercando di avviare un processo di miglioramento della malattia (vicariazione regressiva), con l’ausilio di rimedi “drenanti”, utili per eliminare le tossine dall’organismo.
Tutto ciò senza tralasciare le linee “guida” della medicina accademica e servendosi anche di indagini di laboratorio, esami strumentali (Ecografie, Rx, TAC, Risonanze..etc..), che vengono inseriti sempre nell’ambito della visione “olistica” del paziente.