Il processo di cicatrizzazione che si ha in seguito ad una ferita, altro non è che la guarigione della pelle attraverso la formazione di nuovo tessuto connettivo cicatriziale.
Quando il corpo produce una quantità eccessiva di tessuto cicatriziale (tessuto connettivo – collagene e fibroblasti), la cicatrice diviene molto più grossa ed evidente, con prurito e rossore.
I cheloidi sono il risultato di un’abnorme produzione di tessuto cicatriziale in seguito ai processi di riparazione di ferite cutanee. L’eccessiva produzione di matrice extracellulare dà luogo alla formazione di queste cicatrici anomale, dall’aspetto lucente, roseo, a volte dure al tatto e rilevate.
Cause della produzione di un cheloide : le cause biologiche alla base della trasformazione di un processo di cicatrizzazione normale in cheloide sono poco conosciute. Un ruolo importante sembra avere l’alterazione dei processi che regolano la proliferazione e l’apoptosi cellulare: la produzione di tessuto connettivo da parte dei fibroblasti oltre il periodo necessario per un normale processo cicatriziale darebbe origine alla formazione di queste cicatrici.
In genere sono asintomatici, ma possono causare prurito e, occasionalmente, un dolore acuto. Anche se raramente, possono andare incontro ad ulcerazione ed infettarsi. Si formano con maggior facilità sulla cute delle spalle e della parte superiore del dorso, del petto, del collo, dell’orecchio
Il trattamento dei cheloidi consente di livellare quanto più possibile la cicatrice.
Metodo: le opzioni terapeutiche disponibili per il trattamento dei cheloidi esteticamente deturpanti o che provocano dolore e disabilità sono numerose e comprendono sia terapie non invasive (formulazioni a base di polimeri sintetici da applicare sulla lesione), che farmacologiche con iniezione intralesionale di soluzioni a base di cortisone e/o fluoruraile, sia approcci più aggressivi, come l’escissione chirurgica, o ancora trattamenti laser utilizzando Dye Laser o laser KTP.
Trattamenti topici: sono disponibili prodotti a base di silicone e altri polimeri sintetici (poliuretano), sotto forma di gel o di lamine per il trattamento topico delle cicatrici. Questi prodotti possono essere applicati sia sulle ferite chiuse, che sulle cicatrici ipertrofiche o i cheloidi già formati con l’obiettivo, nel primo caso, di garantire una cicatrizzazione ottimale (“prevenzione”) e, nel secondo, di ottenere il miglioramento dell’aspetto della lesione (es. appiattimento) e una riduzione dei sintomi eventualmente associati. Il meccanismo in base al quale sarebbero in grado di migliorare aspetto e sintomi delle cicatrici non è noto.
Trattamenti farmacologici: la terapia classica è costituita dall’ iniezione intralesione di cortisone (in genere si usa il Kenacort) e/o di 5 fluoruracile. Le iniezioni intralesionali di Kenacort possono essere precedute dall’applicazione di crioterapia, che può rivelarsi utile per ammorbidire il tessuto, facilitando l’iniezione stessa.
Il 5-fluorouracile (5-FU) è un antimitotico topico sotto forma liposomale: applicato alla concentrazione dello 0,5% per circa 4 settimane risulta efficace ed abbastanza ben tollerato.
In Medicina Naturale si ricorre al trattamento con rimedi omotossicologici in fiale (Graphytes homaccord, Thuya compositum injeel, Galium Heel, Sanguinaria injeel), iniettati secondo precise tecniche.
Trattamenti laser: i laser vascolari come il dye laser e il KTP laser 532 sono utili per trattare la tonalità rossastra del cheloide. Secondo recentissimi dati della letteratura essi sono più efficaci nel trattamento delle cicatrici ipertrofiche e meno in quello dei cheloidi anche se è dimostrato che il KTP laser ne colpisce opportunamente la patobiologia. Il trattamento laser può integrare le terapie classiche (terapia cortisonica, gel di silicone, medicazioni compressive, etc) o intervenire quando le stesse falliscono.