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Cosa curano le manipolazioni osteopatiche

  • omeopata

Il trattamento manipolativo osteopatico è rivolto a rimuovere i segmenti facilitati ed aiuta ad alleviare il dolore e la sua percezione.

Le articolazioni infiammate spesso reagiscono meglio a tecniche indirette e a manipolazioni fasciali specialmente quando cambiamenti strutturali prioritari possono aver reso ruvide e modificato le superfici articolari. Sono controindicati i “thrust” con potenziali sublussazioni patologiche.

Nelle patologie infiammatori le manipolazioni possono causare transitori aumenti del dolore articolare che passano, in genere, dopo 2 ore circa; in caso contrario, il trattamento potrebbe essere stato eccessivo o la tecnica errata.

Tecniche dolci di pompaggio articolare hanno mostrato speciali benefici nell’alleviare il dolore. Il valore di queste compressioni intermittenti è dimostrato dall’aumento della nutrizione locale che crea cambiamenti istologici nell’articolazione colpita con diminuzione della rigidità mattutina.

Il termine osteopatia, letteralmente malattia delle ossa, è un termine che può trarre in inganno perchè si può pensare che questa branca della medicina curi le osteopatie come le osteoporosi, osteosclerosi o le osteolisi.
In realtà, esse sono indicate non tanto nella cura delle alterazioni della struttura dell’osso, quanto nella cura delle modificazioni della biomeccanica dell’osso, ovvero alterazioni della normale posizione, funzione, mobilità, propriocettività e microfrequenza di un segmento osseo.

Queste ultime sono responsabili di molti tipi di rachialgie meccaniche cioè dei dolori della colonna vertebrale di origine muscolare (algie muscolo-tensive da alterazioni della postura) capsulo-ligamentare (disfunzioni cinetiche vertebrali o sublussazioni o disturbi intervertebrali minori o discinesie) o riflessa (sindrome cellulo-periosto-mialgica).

Le patologie biomeccaniche delle ossa sono così la causa di sindromi fibro-mialgiche responsabili di molti tipi di dolori cervicali, dorsali e lombari, pseudosciatalgie, ma anche di altri dolori delle articolazioni, come artriti a carattere non infiammatorio, molti tipi di dolori alla spalla, alla articolazione temporo mandibolare, all’anca, al ginocchio, dolori coccigei e intercostali, formicolii agli arti, strappi e rigidità muscolare, distorsioni, talloniti, per arrivare alle cefalee muscolo-tensive ed alcuni tipi di emicranie, al serramento dei denti o bruxismo, e agli stati ansiosi e depressivi.

Le manipolazioni osteopatiche non sono in grado di trattare le patologie reumatologiche cioè le malattie articolari ed ossee di origine metabolica, infiammatoria o infettiva per le quali il trattamento d’elezione è una adeguata terapia farmacologica.

La cura di tali patologie biomeccaniche delle ossa responsabili dei dolori miofasciali ai tempi di Still, avveniva attraverso manipolazioni prevalentemente di tipo strutturale e viscerale.

Negli anni ‘30, per merito di William Garner Sutherland D.O. si sono compiuti enormi progressi grazie all’introduzione delle manipolazione delle ossa del cranio, con le quali si trattano sia i dolori muscolari della colonna vertebrale sia alcuni tipi di cefalee ed emicranie.

Con queste manipolazioni cranali si trattano inoltre alcune affezioni parafisiologiche e parapatologiche come turbe funzionali neurovegetative (stitichezza, gastriti, disturbi mestruali, nausea, etc), neurologiche (atonia, ipercinesia, bruxismo, etc.), psichiche (dislessia, disgrafia, agorafobia, difficoltà di concentrazione, insonnia , perdita della memoria, depressione, etc.), neuro-vascolari, cardio-circolatorie (dispnea e stanchezza), oftalmiche (astigmatismi, diplopie, nistagmi, scotomi, glaucomi, etc.), propriocettive (dismetrie, errori di apprezzamento dello schema corporeo, pseudovertigini, etc.), ORL (ronzii, ipoacusie, otiti, sinusiti, etc.).

Tali manipolazioni craniali hanno permesso di velocizzare i risultati del trattamento osteopatico riducendo notevolmente il numero delle sedute, al massimo 3 o 4, nonchè i pericoli di recidive.

Le manipolazioni osteopatiche sono una branca della Fisiologia che, oltre al movimento delle ossa del corpo, studia il movimento delle ossa del cranio che si muovono in continuazione nel corso della vita attraverso spostamenti microscopici di espansione e retrazione dell’ampiezza di 14-24 micron e con frequenza di 10,54 impulsi al minuto.

Questo lento e ciclico movimento delle ossa del cranio a cui Sutherland diede il nome di MRP, meccanismo respiratorio primario, assicura la circolazione dei liquidi all’interno del cranio cioè il drenaggio del sangue venoso, del liquido interstiziale e lo scorrimento del liquido cefalo-rachidiano.

Quest’ultimo svolge un ruolo metabolico, biochimico ed immunitario importantissimo perchè è il liquido che nutre l’encefalo ed il midollo spinale ed è un mezzo di trsporto di sostanze importantissime quali proteine, anticorpi, ormoni, neurotrasmettitori, neurormoni come le endorfine, etc.

Queste scoperte hanno stravolto le concezioni della fisiologia classica, secondo le quali le ossa del cranio ed il liquido cefalo rachidiano sono immobili.